Pubblicato il nuovo modello per la dichiarazione IMU/IMPi 2024
Sul portale del Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato pubblicato il Decreto 24 aprile 2024, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, concernente l’approvazione “Dichiarazione IMU/IMPi” di cui all’art. 1, comma 769 della legge n. 160 del 2019, nonché della “Dichiarazione IMU ENC” di cui all’art. 1, comma 770 della legge n. 160 del 2019.
La dichiarazione IMU deve essere presentata anche nel caso di esenzione per gli immobili occupati abusivamente e, in siffatta ipotesi, deve essere trasmessa esclusivamente in via telematica (Art. 1, comma 759, lett. g-bis, della legge n. 160 del 2019).
La dichiarazione IMU/IMPi deve essere presentata, a norma dell’articolo 1, comma 769, della legge n. 160 del 2019 dai soggetti passivi, di cui all’articolo 1, comma 743, della legge n. 160 del 2019, ad eccezione di quelli di cui al successivo comma 759, lettera g), vale a dire gli enti non commerciali, che possiedono e utilizzano gli immobili destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali delle attività previste dalla norma.
La presentazione deve avvenire in modalità cartacea o, in alternativa, deve essere trasmessa in via telematica, entro il 30 giugno dell’anno successivo (per il 2024 il 1° luglio in quanto la scadenza ordinaria cade di domenica) a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta. La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, sempre che non si verifichino modificazioni dei dati ed elementi dichiarati cui consegua un diverso ammontare dell’imposta dovuta.
Non tutti sono tenuti a presentare tale dichiarazione. La legge specifica chiaramente i casi in cui questo adempimento si rende necessario. Si deve procedere alla presentazione della Dichiarazione IMU in due principali circostanze. Il primo scenario si verifica quando gli immobili posseduti hanno beneficiato di una riduzione dell’imposta nell’anno di riferimento. Il secondo caso si applica quando il comune non dispone di tutte le informazioni essenziali per calcolare accuratamente l’imposta dovuta dal contribuente.
Andando più nel dettaglio vediamo alcuni casi in cui scatta l’obbligo dell’adempimento, con riferimento alla Dichiarazione IMU 2024:
- quando gli immobili, nell’anno d’imposta 2023, hanno acquisito le caratteristiche per godere di riduzione d’imposta, ossia:
- fabbricati di interesse storico o artistico;
- fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati;
- unità immobiliari concesse in comodato gratuito tra genitori e figli
- fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita (c.d. beni-merce);
- quando, nel 2023, hanno goduto dell’esenzione IMU case occupate;
- quando il comune, per l’anno d’imposta 2023, non è in possesso delle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento dell’obbligazione tributaria.
Di seguito alcuni esempi a titolo esemplificativi e non esaustivo:
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- l’immobile è stato oggetto di locazione finanziaria;
- l’immobile è stato oggetto di un atto di concessione amministrativa su aree demaniali;
- l’atto costitutivo, modificativo o traslativo del diritto ha avuto a oggetto un’area fabbricabile;
- il terreno agricolo è divenuto area fabbricabile;
- l’area è divenuta edificabile in seguito alla demolizione del fabbricato;
- l’immobile è assegnato al socio della cooperativa edilizia a proprietà indivisa oppure è variata la destinazione ad abitazione principale dell’alloggio;
- l’immobile ha perso oppure ha acquistato durante l’anno di riferimento il diritto all’esenzione dall’IMU;
L’elenco completo dei casi in cui scatta l’obbligo è riportato nelle istruzioni ministeriali della Dichiarazione IMU.
Un aspetto importante da considerare è la validità della dichiarazione una volta presentata. Non è richiesto di ripresentare la Dichiarazione IMU ogni anno, a meno che non si verifichino cambiamenti nelle informazioni precedentemente dichiarate.
Questo significa che la dichiarazione rimane valida fino a quando non si verificano variazioni significative negli elementi che influenzano l’ammontare dell’IMU dovuta, come ad esempio modifiche relative alla proprietà degli immobili o alle loro caratteristiche. Pertanto, se già è stata presentata la Dichiarazione IMU 2023 (anno d’imposta 2022) e poi nulla è cambiato, non bisogna ripresentare la dichiarazione entro il 30 giugno 2024 (ovvero 1° luglio); tranne che nei casi per i quali è previsto il rinnovo annuale.
Il sistema sanzionatorio sulla Dichiarazione IMU (comma 775 legge di bilancio 2020) prevede che in caso di omesso adempimento scatta la sanzione dal 100% al 200% del tributo non versato, con un minimo di 50 euro.
Se la si presenta entro i primi 90 giorni dalla scadenza, la sanzione dovuta si riduce ad 1/10. Laddove, invece, si lascino passare i 90 giorni, si può fare il ravvedimento operoso Dichiarazione IMU. Quindi, applicare le riduzioni sanzionatorie previste dall’art. 13 D. Lgs. n. 472/1997.
I terreni edificabili sono generalmente soggetti all’IMU perché sono considerati idonei alla costruzione di strutture residenziali o commerciali (vedasi approfondimento sulle arre edificabili).
Tuttavia, la legge sull’IMU (commi 738-783 legge bilancio 2020) prevede un’importante eccezione: se un terreno edificabile è posseduto e gestito da un coltivatore diretto o da un IAP, l’IMU non è dovuta. È fondamentale per i proprietari comprendere queste regole per evitare sorprese fiscali e sfruttare le eventuali agevolazioni previste dalla legge.
Per maggiori informazioni si rimanda al sito del MEF (link).
[Fonte: Area Entrate – SI.GE.RI.CO. SpA]